GUIDA ECO

Nozioni basilari su come usare un ecoscandaglio per la pesca amatoriale

Sebbene sia da sempre sostenitore di come la tecnologia non debba sostituire l’istinto, l’esperienza e l’intelligenza del singolo (che rimangono gli unici fattori che distinguono un buon pescatore da un normale pescatore), è innegabile che, ad oggi, per raggiungere con più probabilità il successo, l’utilizzo di un ecoscandaglio nella pesca amatoriale abbia un ruolo determinante.

Ritengo altresì che la strumentazione elettronica non possa (e non potrà mai) sostituire la tradizione e l’abilità umana, ma può e deve integrarla: ad oggi, il bravo pescatore è quello un occhio lo usa per osservare la natura e l’altro lo usa per tenere sotto controllo il monitor del proprio strumento.


Gli ecoscandagli sono strumenti affidabili e preziosi a cui va dedicato tempo ed attenzione: meglio si impara ad usarli e leggerli, più soddisfazione porteranno in una uscita di pesca.

Non esiste una ricetta magica per imparare ad usare questi strumenti, ma alcune conoscenze di base unite al tempo dedicato a provare, sbagliare, indovinare e riuscire, permettono di raggiungere buoni risultati nell’uso dilettantistico.


Le informazioni riportate in questa guida nascono proprio con lo scopo fornire alcuni principi basilari sull’uso ed interpretazione dell’ecoscandaglio. Quanto riportato deve essere intese come consigli su come utilizzare al meglio il proprio strumento, scritti in maniera semplice affinché vengano applicati “sul campo”.

È bene sottolineare come queste nozioni da sole non bastino: dopo averle acquisite risulta fondamentale metterle in pratica “smanettando” col proprio strumento e, possibilmente, confrontandosi con qualcuno di maggiore esperienza. Ciò sicuramente toglierà tempo alla pesca vera e propria, per lo meno in un primo momento, ma ne restituirà molto di più quando sarà stato appreso l’uso di questi strumenti!


Le nozioni riportate sono frutto delle conoscenze acquisite negli anni, nonché dell’esperienza di centinaia di miglia in navigazione, quasi esclusivamente in acqua dolce.


Questo breve manuale NON deve sostituire una attenta e minuziosa lettura del manuale del proprio strumento, che risulta essere propedeutica al fine di poter applicare quanto indicato in queste pagine.


E' necessario permettere sin da subito come riteniamo che non esista una "regolazione" giusta o sbagliata del proprio strumento ma, piuttosto, siamo sostenitori dell'idea che esista un'unica regola universale: se il settaggio impostato consente al pescatore di vedere tutto ciò di cui necessità in quel momento (es. marcature, lenza, fondale ecc.), allora quello è il settaggio giusto.


Le schermate riportate sono tratte da veri momenti di pesca, vissuti durante le nostre uscite ed ottenute coi nostri strumenti.

È assolutamente vietato diffondere o pubblicare (anche in versioni parzialmente modificate) ogni contenuto di questo documento.


Per qualsiasi curiosità, informazione, critica o per eventuali richieste di approfondimento, Vi prego di contattarmi.

CAPITOLO 1:

Il funzionamento del sonar

Questa prima parte (introduttiva) ha in realtà pochi benefici nella pratica quotidiana, ma risulta importante al fine di capire gli step successivi. Suggerisco quindi una attenta lettura.


L’ecoscandaglio non è altro che l’applicazione della tecnologia SONAR (Sound Navigation And Ranging) applicato al mondo della pesca e non solo. Tale tecnologia si basa sulla possibilità di generare e trasmettere un’onda sonora, caratterizzata da varie frequenze, nell’acqua (che rappresenta un ottimo conduttore sonoro!), quindi di ricevere gli echi che tale onda sonora genera incontrando un “ostacolo”. Calcolando il tempo intercorso fra l’invio dell’onda sonora e la ricezione dell’eco, è possibile misurare la profondità a cui tale ostacolo è stato intercettato.

Tale onda sonora è generata dal trasduttore, ossia la parte del nostro sistema che è immersa in acqua (da molti chiamata “scarpetta”, quando tipicamente installata a poppa). Esso, infatti, non fa altro che convertire l’energia elettrica in energia meccanica al fine di generare e trasmettere l’onda acustica, nota come PING. Più onde acustiche (Pings) messe assieme formano una linea continua che dal trasduttore raggiunge il fondale.

Semplificando, quindi, si vengono a creare delle onde sonore che trasmesse in continuazione dal trasduttore verso il fondale, che attraversano la colonna d’acqua. Sempre il trasduttore ha il compito di rilevare le onde sonore di ritorno: quando infatti incontrano un bersaglio (che sia sul fondo o nella colonna d’acqua) esse vengono riflesse e tornano al trasduttore.

Tramite il software presente nello strumento, il tempo che tale riflesso impiega a tornare al trasduttore viene convertito in distanza e gli echi di ritorno vengono trasformati in immagini che vengono trasmesse sul display.


L’insieme delle onde sonore, caratterizzate dalla stessa frequenza, che vengono trasmesse nella colonna d’acqua, costituisce un fascio a forma di cono, col vertice rivolto al trasduttore.

In base al tipo di trasduttore, possono essere generati coni di onde sonore con frequenze differenti e i moderni trasduttori sono in grado di fornire onde sonore di più tipi di frequenze, che è possibile selezionare dall’apposito menù.


Il tipo di frequenza influenza notevolmente l’immagine che andremo ad avere sul display (si rimanda al capitolo dedicato per ulteriori informazioni anche di carattere pratico).

CAPITOLO 2:

La lettura del display

La schermata riportata nella figura soprastante (Fig. 2.1) è stata ottenuta da un HDS LIVE di casa Lowrance.


Al fine di saper interpretare correttamente il nostro strumento bisogna essere in grado di riconoscere i seguenti elementi:


Scala della profondità E' indicata sul lato verticale del display, solitamente a destra. Se impostata su “AUTO” verrà regolata in autonomia in base alle variazioni del fondale. Essa consente di identificare la profondità di qualsiasi elemento. Il valore di profondità indicato nel dato di overlay (vedi dopo) mostra la profondità del fondale sotto l’ecoscandaglio in quel preciso momento. Bisogna ricordarsi che questa non è necessariamente la stessa profondità degli elementi appena scandagliati, specialmente se si scandagliano pendii ripidi o punti.


Linea di fondo, che apparirà colorata diversamente a seconda della paletta scelta.


Colonna d’acqua, ossia lo strato di acqua fra la nostra barca ed il fondale. È lo spazio compreso fra l’estremo superiore del display e la linea di fondo. È rappresentata nell’immagine dalla doppia freccia rosa tratteggiata, ed è colorata di blu (anche in questo caso il colore può variare in base alla paletta selezionata).


Dati di overlay, ossia dati numerici che contengono varie misurazioni. È possibile personalizzare la schermata in modo da scegliere quali dati siano mostrati, si rimanda al manuale per le indicazioni in merito. In questo esempio sono riportati, dall’alto verso in basso: Profondità (in metri), Temperatura (in gradi centigradi), Velocità rispetto al fondo (in Km/h). Nell’angolo basso sinistro è inoltre indicata l’ora.


Tasto per accedere al Menu, tramite il quale è possibile accedere a tutte le regolazioni, comprese quelle citate in questo documento.

2.1 Scorrimento del display

Per convenzione, su ogni ecoscandaglio, l’immagine scorre dalla destra del display (guardandolo) alla sinistra.

Bisogna tenere a mente che il trasduttore invia e riceve costantemente dati, il che significa che lo schermo scorre continuamente, anche se la barca è ferma: le marcature più recenti sono riportate sulla destra, quanto più a sinistra si trovano sullo schermo, più vecchi saranno i dati.

In linea generale possiamo dire che tutto ciò che viene rappresentato sul display, in realtà è già passato sotto la nostra barca e rappresenta quanto successo in precedenza, più o meno recentemente a seconda di dove si trova sul display: più infatti è a sinistra, meno è recente.

Nell’immagine sopra riportata (Fig. 2.2) è riportata una schermata intera di un display Lowrance HDS. Le parti riportate in viola e le due frecce tratteggiate sono state disegnate dopo per consentire una migliore descrizione.

- Tralasciamo per ora la parte di schermo compresa fra la linea A e la Linea B. Tale parte di schermo viene aggiunta attivando la funzionalità “A-SCOPE” che verrà descritta successivamente.

- La linea B è il punto dei display in cui vengono rappresentate le marcature più recenti, quelle su cui siamo passati sopra da pochissimo.

- Man mano che ci si sposta dalla linea B alla linea C, ciò che è rappresentato diventa via via più “vecchio”.


Sempre nell’esempio riportato in FIG. 2.2, coerentemente con quanto detto prima, il banco di pesci indicato dalla freccia tratteggiata bianca è stato rilevato dal nostro trasduttore tempo prima (in questo caso la barca era ferma) che venisse catturata la schermata. Se la barca fosse stata in movimento, questo banco di pesci si sarebbe trovato anche in un punto diverso rispetto a quello in cui ci si trovava nel momento in cui è stata catturata la schermata.

Definire quanto tempo prima (oppure dove) è stato scandagliato quanto vediamo nel lato sinistro del display è difficile, anche se con l’esperienza si riesce ad approssimare la posizione. A tale scopo risulta molto utile sfruttare strumenti multifunzione che integrano anche la cartografia GPS e permettono di marcare il punto in cui è stata registrata la traccia.

Il banco di pesci invece indicato dalla freccia tratteggiata verde si trovava sotto la barca pochi secondi prima di quando è stata catturata la schermata, ossia quando si stava guardando il display, essendo rappresentato anche in corrispondenza della linea B.

2.2 Dimensione del cono

Ciò che è importante sapere è che ogni trasduttore (in maniera dipendente dalla frequenza) è in grado di generare coni di onde sonore di dimensioni diverse: la caratteristica che descrive la dimensione del cono è l’angolo. Generalmente (ma non sempre) la dimensione del cono è correlata alla frequenza (si rimanda al capitolo dedicato per ulteriori informazioni anche di carattere pratico). Ogni costruttore indica, generalmente, il cono dell’angolo generato. Tale informazione è utile per poter calcolare approssimativamente l’area di acqua battuta in quanto la dimensione dell'area che si sta scandagliando sarà influenzata dall'angolo del cono.

A titolo informativo è utile comunque ricordare come, nella realtà dei fatti, il cono è generalmente più grande di quanto descritto nelle specifiche di ogni trasduttore, ma per standardizzare il parametro, le case costruttrici indicano come angolo del cono quell’angolo oltre il quale la potenza delle onde sonore si riduce di 3db (60%). (Tale informazione è puramente teorica e poco utile ai fini dell’acquisizione delle nozioni di base sull’utilizzo dell’ecoscandaglio)

Come le onde del mare perdono forza man mano procedono nel loro percorso, anche le onde sonore immesse in acqua divengono progressivamente meno potenti allontanandosi dal trasduttore.

Standardizzando si può dire che l’intensità maggiore è presente al centro del cono, cioè perpendicolarmente al trasduttore.


2.3 Come vengono rappresentate le immagini sul display?

Quando l’onda sonora incontra un ostacolo sul suo percorso viene riflessa, torna al nostro trasduttore e viene elaborata nell’immagine che vediamo a display.

Materiali di consistenza differente avranno una capacità di riflessione dell’onda sonora diversa: materiali “duri” (es. roccia) rimbalzeranno l’onda in maniera notevole, mentre materiali “morbidi” (es. alghe) rifletteranno l’onda in maniera meno intensa. Lo strumento elabora l’intensità dell’eco di ritorno mostrando una scala colori, dove il segnale più intenso verrà rappresentato con un colore e man mano diviene più debole il colore cambia.

L’aria non può essere penetrata dalle onde sonore, pertanto non fornirà alcun riflesso ma allo stesso tempo impedirà all’onda stessa di propagarsi oltre; in poche parole, l’aria è nemico del nostro eco e nasconderà tutto ciò che sta al di sotto.

È importante introdurre un concetto: il segnale di ritorno sarà più intenso se esso viene generato al centro del cono, ossia perpendicolarmente al trasduttore. Quindi un medesimo bersaglio verrà rappresentato con durezza diversa a seconda della posizione nel cono in cui transita: sarà rappresentato con durezza maggiore se passa al centro e con durezza minore se transita ai lati del cono stesso.


2.4Come viene calcolata la profondità

Dire che l’ecoscandaglio misura la profondità non è del tutto corretto: lo strumento, infatti, misura la distanza che intercorre fra il trasduttore e il centro del cono.

Tale distanza viene riportata in grafica come profondità ed è importante capire come essa venga misurata SOLO al centro del cono, motivo per cui la parte di fondale che noi vediamo è in realtà molto piccola!


2.5 Il modo “AUTO”. Perché farsi tanti problemi quando esiste la modalità automatica?

Ogni strumento ad utilizzo amatoriale viene progettato e programmato affinché “funzioni” una volta acceso.

Questo è sufficiente se lo scopo dell’utilizzatore è quello di vedere marcato il fondale e poco più.

Per sfruttare al 100% le potenzialità del proprio investimento è necessario imparare alcuni concetti basilari e metterli in pratica, uscita dopo uscita, ottimizzando lo strumento in base alle proprie esigenze e necessità.

Limitarsi pertanto alla modalità automatica è estremamente limitativo e, in certi casi, anche controproducente: una delle situazioni più snervanti che possano capitare è credere di avere sotto la barca tanti pesci e non sentire nemmeno una mangiata e, nella maggior parte dei casi, tale credenza deriva purtroppo da una lettura errata dell’ecoscandaglio e non perché lo strumento non funziona!

CAPITOLO 3:

Le frequenze

3.1 Le frequenze classiche

La frequenza di un ecoscandaglio è espressa in Hertz (Hz) ed è una misura del numero di oscillazioni delle onde ultrasoniche nell’unità di tempo. Ogni frequenza, perciò, ha “tipi” di onde di suono diverse, più fitte per le frequenze alte e più diradate per le frequenze più basse. Le frequenze standard generate dai dispositivi più comuni sono tre: 83 KHz - 50 KHz - 200 KHz. A seconda del dispositivo e del trasduttore, gli apparati più moderni pilotano generalmente una coppia di frequenze: 83-200 KHz oppure 50- 200 KHz.

Per le nostre acque interne, ove raramente si va a scandagliare profondità importanti, è consigliata l’accoppiata 83-200 (per cui mi limiterò a parlare di queste due frequenze).


I concetti generali utili da acquisire in merito alle frequenze sono le seguenti:

- Maggiore è la frequenza, minore è la capacità di penetrare il suono nella colonna d’acqua; quindi, minore sarà la profondità scansionabile con quella determinata frequenza.

- Maggiore è la frequenza, minore è la larghezza del cono di scansione, minore è la superficie sul fondo scandagliata a parità di profondità. La superficie scansionata per ogni frequenza, essendo il raggio conico, aumenta con l’aumentare della profondità. Essa dipende dall’angolo di scansione: è possibile calcolare il raggio del cerchio di scansione in base alla profondità grazie alla formula: tangente della metà dell’angolo di scansione per la profondità.

- Maggiore è la frequenza, maggiore è dettagliata la scansione, maggiore è la precisione nell’individuare i bersagli e nel separare target vicini (in altre parole, maggiore è la frequenza maggiore è la risoluzione)


200 KHz: Poca penetrazione in profondità, piccola superficie di scansione, elevata risoluzione di scansione (in altre parole: alta frequenza - alta definizione dei target - si disperde velocemente in profondità - stretto angolo di emissione)

83 KHz: maggiore profondità scandagliabile, maggiore area di scansione del fondale, minore risoluzione (in altre parole: bassa frequenza - bassa definizione dei target - raggiunge profondità più elevate - anglo di emissione più largo).


In termini pratici potremmo trarre le seguenti indicazioni:


  • 83 KHz o High Chirp è consigliata quando:

- si vuole scansionare in acqua fonda. Quale è il limite di profondità oltre il quale non scansionare con la frequenza 200? Dipende da vari fattori, tra cui il tipo di trasduttore.  Si consiglia, man mano si procede verso il fondo, di cambiare dalla frequenza più alta a quella più bassa quando, nonostante aggiustamento (aumento) della sensibilità, non si riescano più ad avere dettagli accettabili del fondo.


- si vuole scandagliare alla ricerca di pesci o target nella colonna d’acqua, ma non sul fondo o in prossimità di esso. Ciò perché la frequenza più bassa ha un cono di scansione più largo e tende a “nascondere” i bersagli all’interno del cono.


  • 200 KHz o High Chirp è consigliata quando:

- Si scansiona in acqua poco fonda e si vogliono dettagli precisi in particolare di bersagli vicini al fondo (es. ricerca di strutture o pesci)

- Si pesca in verticale e si vuole vedere il passaggio di pesce sotto la barca (ove consentito)

- Ricerca di pesci o target sul fondo

- si stanno scandagliando pendii ripidi o zone costiere vicino a rocce cadenti


3.2 Le frequenze CHIRP

Accanto alle frequenze classiche sopra citate, gli strumenti di nuova generazione sono dotati anche della modalità CHIRP.

In parole povere, semplificando molto il discorso, senza entrare negli aspetti tecnici, le frequenze chirp rappresentano una sorta di “Modalità HD” mentre le classiche frequenze 200/83 rappresentano la classica  “SD", standard definition.

Ciò è reso possibile che i trasduttori CHIRP, invece di inviare semplicemente un segnale su una frequenza fissa, inviano un segnale modulato su una vasta gamma di frequenze. Il ricevitore elabora il livello del segnale, ma anche la frequenza del segnale ricevuto. Funziona su una banda di frequenza stretta. Questa elaborazione è resa possibile dalle capacità di elaborazione dei recenti processori digitali.

In pratica, le frequenze chirp garantiscono una maggiore distinzione dei bersagli ed una migliore risoluzione, grazie ad uno schema di scansione preciso con molte frequenze.


I dispositivi Lowrance forniscono tre frequenze CHIRP: MEDIUM CHIRP – LOW CHIRP – HIGH CHIRP, che corrispondono alle frequenze 83-50-200 KHz ma forniscono un risultato più definito.

Per le nostre acque interne, ove raramente si va a scandagliare profondità importanti, è consigliata l’accoppiata Medium-High chirp (per cui mi limiterò a parlare di queste due frequenze).

A titolo informativo, i range dio frequenze su cui lavorano le frequenze CHIRP del trasduttore active 3-1 sono le seguenti:

- Medium chirp 60-100 KHz

- High chirp 160-240 KHz


IN GENERALE, PER LE NOSTRE ACQUE, CONSIGLIO DI UTILIZZARE LE FREQUENZE CHIRP ANZICHÉ LE CLASSICHE, applicando i medesimi concetti espressi in questo sito per le frequenze classiche.

3.3 Qualche esempio pratico

Approccio allo spot per la pesca al Coregone:

1. Ricercare la presenza o meno di pesci sullo spot scandagliando con frequenza 83 o Medium Chirp (se disponibile)

2. Confermata la presenza dei pesci sullo spot, passare alla frequenza 200 o High Chirp (se disponibile) in modo da individuare con più precisione il punto dove ancorarsi

3. (dove consentito) tenere acceso l’eco durante la pesca mantenendo la frequenza 200 o High chirp per poter vedere il passaggio di pesce sotto la barca (utilizzando la frequenza più elevata, le marcature saranno relativamente vicine al punto in cui mi sono ancorato!).


Approccio per la pesca traina: (ove consentito con l’eco acceso)

Tenere l’eco acceso con frequenza 83/Medium chirp in modo da scandagliare un’area più ampia e visualizzare l’eventuale presenza di predatori nei paraggi e prevedere l’attacco.


Approccio per la pesca di pesci sospesi nella colonna d’acqua:

1. Utilizzare inizialmente la frequenza 200/High chirp per ricercare ed individuare con più probabilità il termoclino o le marcature, identificando così la profondità target

2. Passare quindi alla frequenza 83/Medium Chirp per avere una superficie scansionata maggiore, il che permette di identificare un numero maggiore di pesci e verificare eventuali variazioni della profondità di pesca da mantenere.


3.4 Approfondimento: l’angolo del cono

Ogni trasduttore ha una sua specifica frequenza o range di frequenze e l’angolo del cono dipende dal tipo di trasduttore. Conoscere l’angolo del cono è di rilevante importanza in quanto è possibile calcolare approssimativamente la superficie scandagliata ad ogni profondità desiderata.

Per quanto riguarda la sonda Active 3-1 (Lowrance) gli angoli per le due frequenze sonar sono le seguenti:

- 21° per i 200 KHz

- 52° per gli 83 KHz

Nel caso del trasduttore già citato (Lowrance ACTIVE 3-1 con frequenze 83/200), basandoci sull’angolo del cono (21° per la frequenza 200 KHz, 52° per quella 83 KHz) è possibile calcolare l’area coperta dal cono ad una data profondità, come riportato nella FIG. 3.3.

Per le frequenze CHIRP (High Chirp / Medium Chirp), la dimensione del cono aumenterà leggermente rispetto alle frequenze 200/83 KHz.

CAPITOLO 4:

La sensibilità

La sensibilità è uno dei parametri principali da regolare sul nostro strumento, sia esso uno strumento base o più avanzato.

Abbiamo già detto nella pagina di introduzione che il compito del trasduttore è inviare impulsi sotto forma di onde acustiche (Onde eco) e capitare le onde che, rimbalzando su ostacoli, fondo o qualsiasi elemento che sia in grado di rifletterle (che viene pertanto definito “ecogeno”) tornano al trasduttore. Gli echi di ritorno catturati vengono inviati dal trasduttore al ricevitore sotto forma di impulsi elettrici, con intensità ridotta. È compito del ricevitore (il display) amplificarli opportunamente al fine che vengano rappresentati sul display.

Regolare la sensibilità vuol dire regolare il modo in cui il ricevitore amplifica tali impulsi elettrici.


In linea generale: aumentando la sensibilità, è possibile visualizzare più dettagli; diminuendo la sensibilità, è possibile ridurre i disturbi sullo schermo.

Sensibilità troppo elevata farà si che i segnali inviati dal trasduttore al ricevitore vengano elaborati come rilevanti e pertanto mostrati sul nostro display. Sensibilità troppo bassa comporta la perdita di target rilevati dal trasduttore ma non elaborati dal ricevitore (rischio di perdere eventuali pesci, ad esempio). Nella figura 4.1 è riportato un esempio.

In realtà non c’è un modo univoco di regolare la sensibilità. L’ottima impostazione dipende infatti da numerosi parametri, fra cui:

- Tipo di frequenza utilizzata

- Velocità dell’imbarcazione

- Spessore della colonna d’acqua da scandagliare ( = profondità alla quale stiamo scandagliando)

- Tipologia di acqua (torbida vs cristallina, ecc.)

- Target da ricercare (tipologia di pesce, ad esempio)

- Livello della Colorline (vedi dopo).


Da qui il concetto generale per cui, al fine di avere sempre condizioni di scandagliamento ottimali, la sensibilità andrebbe regolata ogni qual volta cambia uno dei parametri sopra elencati. Va di per sé, pertanto, che, ad esempio, se passo da un fondo di 30 metri ad uno di 10 dovrò regolare diversamente la sensibilità!

Non posso pensare di regolare la sensibilità una volta per tutte.

In aiuto ai meno esperti vi è la possibilità di regolare in automatico la sensibilità. Tale funzionalità è sicuramente comoda ma, dal mio punto di vista, è sempre meglio, una volta acquisite le conoscenze e l’esperienza necessarie, procedere con la regolazione manuale.

Nel modo automatico, infatti, è il computer all'interno del monitor che attribuisce ai segnali provenienti dal trasduttore un significato non sempre corretto, eliminando i rumori di fondo indesiderati. Nel modo manuale, invece, siamo noi che dobbiamo tarare lo strumento in modo da eliminare i disturbi ed evidenziare, invece, i target di interesse. Il software infatti, non può sapere cosa stiamo cercando e spesso va ad eliminare dettagli importanti, considerandoli rumore di fondo.

La via di mezzo fra la modalità automatica e quella manuale è quella per cui, in certi strumenti, è possibile influenzare il modo in cui il display interpreta i segnali quando in modalità automatica. Sui dispositivi Lowrance, ad esempio, è possibile modificare la modalità automatica aumentando o diminuendo i dettagli a monitor (A+1 A+2 ecc. vs A-1, A-2 ecc). Tale possibilità ci consente di avere una sensibilità automatica ottimale secondo le nostre esigenze indipendentemente dai fattori sopra elencati.


4.1 Display Lowrance: sensibilità AUTO o manuale?

I display Lowrance consentono di impostare la sensibilità su “AUTO”. Tale modalità regola in automatico la sensibilità in base alla profondità che stiamo scandagliando. È ancora possibile personalizzare tale regolazione, selezionando “AUTO +…” o “AUTO -…”

In modalità manuale la sensibilità non verrà regolata in base alla profondità e le impostazioni applicate dall’utente annulleranno gli algoritmi utilizzati dalla macchina per regolare tale parametro.

Per l’utente poco esperto è consigliato lasciare attiva la funzione AUTO, regolando in più od in meno in modo da ottenere quanto specificato di seguito.


4.2 Come regolare la sensibilità

La domanda che viene posta spesso è: come regolo la sensibilità? In base a che parametri?

Non ci sono dei criteri assoluti, l’esperienza e la conoscenza dello strumento vengono sicuramente in aiuto (da qui il consiglio di provare e riprovare i vostri strumenti, soprattutto se siete all’inizio, senza scoraggiarvi. Molto utile è inviare foto delle vostre scansioni a chi ha più esperienza e discuterne con lui per capire “sul campo” come correggere eventuali errori!).

In linea generale consiglio di considerare come ottimale il valore di sensibilità che:

 consente di visualizzare il fondo e i target sopra di esso in maniera distinta o non riempie lo schermo di disturbi. Alcuni esperti dicono che quando nella colonna d’acqua sono presenti micro-puntini, la sensibilità è regolata correttamente (vedi fig. 4.2).

Consente di visualizzare il doppio eco in corrispondenza di un fondale duro. La seconda eco viene generata dal suono che colpisce un target duro e viene riflesso verso il trasduttore, poi nuovamente riflesso dalla superficie in basso per poi tornare indietro nuovamente; viene infatti rappresentata come una seconda superficie dura esattamente uguale ma parallela alla principale, sita più in profondità allo schermo. Spesso tale dettaglio non viene visualizzato perché la scala profondità è troppo bassa. Se proviamo a impostare una scala profondità di circa il doppio rispetto al fondale che stiamo battendo sarà possibile visualizzare il doppio eco in caso di fondale duro e sensibilità ottimale..

 Vale la regola per cui “meno è meglio di troppo” (non occorre a nessuno vedere singoli pesci di piccole dimensioni, pertanto è meglio ridurre un poco la sensibilità in modo da togliere artefatti, il che consente comunque di vedere molto bene banchi di pesce o pesci di grosse dimensioni!)

È doveroso regolare nuovamente la sensibilità ogni qual volta cambi la profondità di scansione.

CAPITOLO 5:

La Colorline

La Color line è l’altro parametro, oltre alla sensibilità, da regolare sul nostro strumento, sia esso uno strumento base o più avanzato al fine di ottenere una schermata quanto più chiara possibile.

Così come detto per la sensibilità, modificare tale parametro vuol dire modificare come i segnali vengono rappresentati nel display senza cambiare le caratteristiche dell’onda sonora che viene emessa dal trasduttore.

Ormai la maggior parte degli strumenti utilizza schermi a colori: in questi dispositivi  i vari target incontrati dall’onda ECO (fondale – pesci – alghe ecc.) vengono rappresentati con colorazioni diverse, o meglio, dovrebbero esserlo se lo strumento è ben impostato.

Le varie sfumature dei colori, infatti, riportano la consistenza diversa dei vari oggetti colpiti dall’onda sonora, partendo dal presupposto che consistenze diverse riflettono in maniera più o meno potente l’onda sonora che li colpisce. Un sasso, ad esempio, rifletterà in maniera più consistente di un’alga ed Il display dovrebbe permettere di percepire tale differenza restituendo colori diversi sullo schermo.

Semplificando possiamo dire che regolare la Colorline significa regolare quale colore verrà assegnato ad ogni bersaglio colpito dall’onda sonora in base alla sua durezza.


Da qui il primo concetto: LA COLORLINE è quel parametro che, se regolato in maniera corretta, ci consente di distinguere i target in base alla loro consistenza.


Nei dispositivi Lowrance/Simrad è possibile regolare tale parametro in percentuale da 0% a 100%. Maggiore è la percentuale impostata, maggiore è il segnale associato ai vari target, ossia, al 100% lo strumento considererà tutti gli echi come riflessi al massimo, anche quelli in realtà più deboli. Viceversa, al 10% lo strumento ci indicherà come deboli tutti i segnali, siano essi roccia o vegetazione. Alle estremità dei valori di regolazione, quindi, lo strumento non ci permetterà di riconoscere le varie strutture o bersagli!


La regolazione ottimale su strumenti Lowrance di recente generazione si aggira intorno al 65-75% per l'acqua dolce, da regolare in base alle proprie esigenze.


L’obiettivo è quello di riuscire a distinguere i vari bersagli in base alla loro durezza: tale esigenza è fondamentale, per esempio, se si vuole distinguere un banco di pesci sul fondo dal fondale stesso, oppure i vari tipi di fondali (roccioso, alghe, sabbia ecc.).

La Colorline va quindi regolata in modo da avere tutti i colori rappresentanti sullo schermo e, in particolare, affinché sia possibile riconoscere i target sul fondo. La sua regolazione, infatti, risulta essere molto utile proprio quando vi sono pesci fermi sul fondo al fine di assegnare loro un colore diverso proprio dal fondo stesso (se avrò modo vi mostrerò delle immagini in merito).


Essendo la colorline strettamente correlata alla sensibilità, in linea generale posso consigliarvi quanto segue:

- Ottimizzare in prima battuta la sensibilità (Vedesi capitolo 4)

- Impostare inizialmente una percentuale di colorline compresa fra 65-70%.

- Regolare la colorline, aumentandola o abbassandola gradualmente, in modo da avere i veri target di colore diverso fra di loro.


I colori, le intensità delle sfumature dipendono da marchio a marchio, e ogni strumento a diverse “tavolozze” o “palette” preimpostate con relative sfumature.

Nell’esempio riportato in figura 5.1, ad esempio, in cui è stata utilizzata la tavolozza numero 10, il target duro viene rappresentato in rosso, mentre il target meno duro nel colore verde. Vi è perciò una gradazione VERDE -> ROSSO, passando per l’arancione ed il giallo, proporzionale al progressivo aumento della durezza del target.

Il concetto di colorline possiamo inoltre applicarlo grossolanamente anche alle dimensioni del pesce che ci sta passando sotto la barca: a parità di sensibilità e colorline, se consideriamo per esempio la tavolozza dove il target più duro è rappresentato di rosso,  pesci di dimensioni maggiori saranno rappresentanti con un corpo più spesso e rosso, pesci più piccoli con un corpo più fine e verde.


Nella Figura 5.1 potrete visionare un esempio di come impatti la regolazione della Colorline sulla visualizzazione delle marcature.

CAPITOLO 6:

Il downscan

Con Downscan si intende una recente tecnologia Lowrance che consente di ottenere una visione diversa rispetto al sonar tradizionale di ciò che si ha sotto la barca. Downscan, insieme al Sidescan, costituiscono le frequenze note con il nome di “structurescan”. Il Downscan va a colmare la principale lacuna del sonar classico: l’incapacità di distinguere con precisione target vicini fra di loro o vicini al fondale.

Le immagini restituite dalle scansioni Downscan si caratterizzano per una migliore definizione e rappresentazione della realtà di ciò che troviamo, soprattutto se riferite a bersagli in prossimità del fondale.

Ciò è reso possibile grazie alla forma del cono eco del trasduttore structurescan che risulta molto più stretto rispetto al cono tradizionale (200/83 Khz) in senso antero-posteriore e molto più largo in senso latero-laterale.

Tale trasduttore utilizza anche frequenze diverse rispetto al sonar classico: si parla infatti di 455 o 800 KHz (vs le classiche 200/83 KHz).

Vale anche in questo caso ciò che abbiamo detto relativamente alle frequenze (vedi capitolo 3): frequenza più alta -> maggiore risoluzione -> minore profondità. È pertanto facile intuire come, rispetto al sonar tradizionale, il Downscan abbia una risoluzione molto migliore (455 KHz vs 200 KHz)!

Cosa cambia fra le due frequenze Downscan?

  • 455 KHz -> portata ottimale, minore risoluzione
  • 800 KHz -> portata inferiore, risoluzione maggiore

NB: La possibilità di scegliere fra le due frequenze è stata rimossa nel trasduttore ACTIVE 3-1. Per coloro che utilizzano questo trasduttore non vi è la possibilità di scegliere la frequenza nella modalità Downscan.


6.1 Come vengono identificati i pesci nelle scansioni Downscan?

In marcia, i pesci vengono identificati come dei puntini bianchi (o di altri colori in base alla tavolozza utilizzata). Se la barca è ferma e il pesce si muove lentamente, comparirà una riga bianca.

Fatta tale premessa, è facile capire le principali caratteristica del Downscan:

- Minore profondità di penetrazione del cono (dalla mia esperienza lavora bene sino a 25mt di profondità, non oltre)

- Minore area di fondo “battuta” (vedo solo ciò che ho sotto la barca, con un’estensione molto minore rispetto al sonar tradizionale)

- Maggiore risoluzione dei target


6.2 Quale è la principale utilità del Downscan?

Il Downscan ha rivoluzionato la capacità di distinguere i bersagli sul fondo. Grazie, infatti, alla sua migliore risoluzione nella scansione e alla minore larghezza del cono, è possibile:

- Identificare con estrema precisione i pesci attaccati al fondale.

- Distinguere al meglio le strutture sul fondo: spesso nelle scansioni sonar tradizionali, è molto difficile distinguere erbai da eventuali strutture o banchi di pesce.

- Identificare i singoli pesci: grazie alla maggiore capacità di separazione die target, il Downscan ci permette di individuare i singoli pesci all’interno del banco (differenziando, per esempio, quelli di taglia più grossa, es. predatori a lato o in mezzo a un banco di foraggio)

- Restringere l’area di scansione, individuando solo i target proprio sotto alla nostra imbarcazione.


6.3 Parametri consigliati

In linea generale posso consigliarvi quanto segue: per l’utilizzo del Downscan:

- Utilizzare il Downscan quando siete alla ricerca di banchi di persici, lucci o altri pesci che stazionano sul fondo od in mezzo a strutture (alghe, relitti, ecc.). Uso ottimale in profondità sino a 15 metri.

- Utilizzare la frequenza 455 Khz (se si utilizza la sonda Totalscan). Se si utilizza la sonda ACTIVE 3-1 la frequenza è unica.

- Contrasto: impostato su “Auto” e regolato fra “Auto” e “Auto +4”.

Molto utile, con dispositivi quali ELITE Ti2 o HDS, l’utilizzo di schermate affiancate. Nella traina, ad esempio, ritengo molto valido l’utilizzo della schermata suddivisa in tre parti: a sinistra la cartografia, a destra in alto il sonar classico, a destra in basso il Downscan; ciò consente di avere sott’occhio tutte le informazioni necessarie.


NB: Sui dispositivi della serie Élite (Ti-Ti2-FS) l'utilizzo delle frequenze chip contemporaneamente al Downscan non è consentito. Ogni qual volta viene attivato il Downscan (o il Sidescan), anche se non viene visualizzata la schermata dedicata, il sonar passerà automaticamente alle frequenze 200 Khz o 83 Khz.

Per poter utilizzare le frequenze chirp è pertanto necessario fermare le frequenze Strutture Scan.

Nelle foto seguenti vengono riportati alcuni screenshot che dimostrano l'utilità pratica del Downscan nelle sessioni di pesca.

CAPITOLO 7:

Le marcature

Molto spesso la domanda che viene posta è: “Ma è veramente possibile vedere i pesci sull’ecoscandaglio? E come si vedono?”

La risposta alla domanda è: sì, è così, ma solo con strumentazioni idonee, installate ed impostate nel modo corretto!

La seconda domanda, anch’essa molto frequente, è: “posso riconoscere di che pesce si tratta’?”. La mia risposta è: si, con buona accuratezza.

In questo capitolo verrà elencato qualche esempio a tal proposito, ma è utile sottolineare come per rispondere a quest’ultima domanda, siano necessarie conoscenze di base del funzionamento dello strumento, conoscenze sulla biologia del bacino in cui ci troviamo a pescare ed esperienza. Questo perché identificare il tipo di pesce sul sonar è possibile mettendo insieme molteplici informazioni, fra cui il tipo di traccia vista sul display del nostro ecoscandaglio (forma, comportamento e colore), la profondità a cui sto scandagliando, il comportamento del target (appoggiato sul fondo o sospeso, in rapido movimento o fermo, ecc.) e la zona in cui mi trovo, ossia in cui mi aspetto di trovare quel pesce.


7.1 Nozioni di base su come vengono marcati i pesci sul sonar tradizionale

Come già trattato nel capitolo 1, ogni elemento che attraversa il nostro cono di onde sonore prodotte dal trasduttore e immesse in acqua viene segnato sul nostro display. Tale visualizzazione è definita marcatura.

È importante ricordare come tutto ciò che vediamo rappresentato a display, nella realtà è  già transitato sotto la nostra barca e può anche esserci allontanato(vedi capitolo 1).

Nella definizione classica, il pesce che si trova all’interno del cono viene identificato con un  arco con concavità rivolta verso il basso. (a “U” rovesciata). Questo è vero, ma è utile da subito ricordare come la forma di tale arco varia notevolmente in base a molti parametri, che verranno esaminati in seguito.

Per capire come venga a formarsi tale arco mi avvalgo della figura sopra riportata.

È già stato detto come il trasduttore generi un fascio di onde sonore a forma di cono e che esso calcoli la profondità come la distanza fra esso e la marcatura (attenzione: non fra esso e il fondale!).

La conformazione ad U è data dal fatto che il trasduttore vede il pesce a distanze diverse a seconda della posizione assunta da esso durante il suo passaggio nel cono del trasduttore. Esso, infatti, attraverserà tale cono entrandoci (punto 1), passando dal centro (punto 2) e uscendoci (punto 3).  È ovvio che la distanza che c’è fra il trasduttore e il punto 2 è minore rispetto a quella presente fra i punti 1 e 3 ed infatti tali punti vengono riportati con una profondità maggiore.

Ecco, pertanto, come si forma la marcatura del pesce sul nostro ecoscandaglio!

È già anche stato sottolineato come l’intensità del segnale sonoro cambi nei vari punti del cono, ed è massima al centro, perpendicolarmente al trasduttore. Ecco, quindi, che la nostra marcatura non solo avrà la forma di un arco, ma avrà anche colori diversi (che variano in base alla Colorline scelta) e spessore diverso venendo rappresentato il segnale più intenso (“duro”) al centro e meno intenso alla periferia del cono (più intenso = colorazione più dura e spesso maggiore).


È importante ricordare che questi archi possono variare in dimensioni (lunghezza o larghezza) e forma ed in certi casi la marcatura può essere rappresentata da un arco non completo (attenzione ai mezzi archi!).  A determinare la forma dell’arco concorrono vari fattori, discussi di seguito.


7.2 Variabili che influenzano la forma dell'arco

Velocità totale 

La velocità con cui il bersaglio attraversa il cono (detta velocità totale, data dalla velocità dell’imbarcazione + la velocità del bersaglio stesso) influenza notevolmente la forma dell’arco: questo sarà progressivamente più stretto al crescere della velocità stessa, in quanto il tempo totale di transito del pesce all’interno del nostro cono sarà minore: una barca o un pesce veloce (quindi velocità totale elevata) ci metterà meno tempo ad attraversare il cono, pertanto, lo spazio occupato sul display sarà minore. Ecco, dunque, che un pesce molto veloce verrà rappresentato con un target distribuito verticalmente, con un angolo tra i due bracci della U molto stretto, al contrario un pesce lento verrà rappresentato con una U con bracci larghi (FIG. 7.3 A).


Se consideriamo, ad esempio, un pesce fermo sotto la nostra imbarcazione mentre siamo all’ancora (FIG. 7.3 B), la traccia sarà rappresentata come nell’immagine a fianco, ossia come una riga continua!

Questo perché la distanza che intercorre fra il trasduttore e il pesce rimane costante nel tempo, non varia, per lo meno finché il pesce rimane in quella posizione all’interno del cono.

Tale marcatura può essere presente (anche se più raramente) anche con imbarcazione e pesce in movimento alla stessa velocità ed alla medesima direzione.

Posizione del pesce rispetto al centro del cono

Un pesce che transita perfettamente al centro del cono verrà ben rappresentato come abbiamo indicato sopra, quindi con forma di arco con parte centrale più “dura”. 

Se invece il pesce transita ai lati del cono, il segnale captato sarà necessariamente meno intenso e la sua rappresentazione sarà pertanto meno definita, in certi casi il cono potrà essere incompleto (mezzo arco o arco parziale) in quanto il pesce transita solo in parte all’interno del cono, senza compiere tutto il percorso. 

Nella FIG. 7.4 è possibile vedere in ingrandimento 4 tracce con aspetti diversi. Tale differenza è data dal fatto che questi pesci passano in punti del cono differenti. Mentre la marcatura 1 è perfettamente al centro (ed infatti appare ben delineata come arco), la marcatura 2 è agli estremi del cono e addirittura sembrerebbe attraversare parzialmente il cono, le marcature 3 e 4 invece attraversano interamente il cono, anche se ai suoi estremi: ciò è intuibile dal segnale meno intenso e dalla meno nitida demarcazione degli archi.

Movimento verticale del pesce all’interno del cono

Alla luce delle considerazioni sopra riportate, risulterà banale ora comprendere come un bersaglio che si muove verticalmente all’interno del nostro cono non figurerà come arco, ma come una linea rappresentata a diverse profondità. 

Ciò è dovuto al fatto che il pesce, salendo o scendendo all’interno del cono, si posizionerà ad una distanza rispettivamente minore o maggiore dal nostro traduttore.

Questo è vero se il pesce rimane esattamente nella stessa posizione all’interno del cono: se nel muoversi, il pesce va a posizionarsi più a lato o più al centro del cono rispetto alla posizione originale, le distanze varieranno, facendo assumere un aspetto più irregolare e bizzarro alla nostra marcatura.

Condizioni marine

La presenza di onda può modificare la forma della traccia della marcatura, che apparirà ondulata. Tale ondulazione sarà però presente anche sulla linea di fondo.


7.3 APPROFONDIMENTI


7.3.1 Valutare la dimensione dei pesci: è possibile?

Si, ma occorre esperienza. 

Alla luce di quanto descritto parlando della forma degli archi, risulterà facile comprendere come sia un errore valutare la dimensione del pesce marcato in base alla sua lunghezza. La lunghezza di una marcatura, nel mondo dell’ecoscandaglio, correla con il tempo che la marcatura permane sotto al nostro trasduttore, non alle dimensiooni del pesce (Vedesi paragrafo “velocità totale”).

Un indice sicuramente valutabile è la larghezza (altezza) della marcatura indipendentemente dalla sua lunghezza: anche se l’arco è corto, se è spesso, può indicare un pesce anche di notevoli dimensioni! 

Quando si valuta una marcatura, bisogna ragionare in verticale, non in orizzontale!

Attenzione ad utilizzare la funzione di zoom: aumentando infatti lo zoom, l’immagine viene distorta, aumentando infatti anche la larghezza della marcatura!

7.3.2 Distinguere pesci da strutture sul fondo o vegetazione: è possibile?

Assolutamente sì.

Alcuni parametri che possono aiutare nel distinguere un pesce dal resto della vegetazione sono rappresentati da:

  • Durezza (colore) della marcatura: il pesce, essendo di consistenza differente rispetto alla vegetazione, risulterà colorato diversamente dalla vegetazione. Esso sarà infatti più o meno “duro” a seconda delle dimensioni.
  • Caratteristica della marcatura: marcature verticali, più o meno alte, con profilo irregolare ma continuo sono caratteristiche della vegetazione.- La continuità col fondale della marcatura è tipica della vegetazione. Quando la traccia termina prima del fondo, indica qualcosa di sospeso, non adeso al fondale. 
  • Attenzione ai banchi di foraggio: spesso essi vengono rappresentati come una palla che forma una nuvola o grappolo piuttosto che una linea o un insieme di linee e spesso possono essere confusi con vegetazione. In molti casi, solo il Downscan permetterà di distinguere fra i due (vedi fig. 13).
  • Profondità: nei laghi sotto una certa profondità la vegetazione scompare! È molto utile individuare a quale profondità la vegetazione si dirada, in quanto ogni traccia sul fondale al di sotto di questo strato molto raramente sarà vegetazione.
  • Utilizzare il Downscan è mandatorio se si vuole distinguere la vegetazione dai pesci (Vedesi Capitolo 6).

7.3.3 Valutare la specie dei pesci: è possibile?

Si, ma dipende dalla propria capacità di correlare la marcatura alle conoscenze del luogo in cui si pesca.

La conoscenza del posto in cui si pesca, della sua biologia (a che profondità o in che punti mi aspetto di trovare una determinata specie? In quale periodo dell’anno? Che comportamento ha quella specie, sta sul fondo o sospeso? È isolato o vive in banchi?) unito all’esperienza (correlare la traccia appena vista con la specie catturata, creando una sorta di album “mentale” delle marcature) consentiranno di associare con ottima precisione la tipologia della marcatura (forma, spessore e posizione nella colonna d’acqua) al tipo di pesce.

Il consiglio è quindi quello di pensare a che tipo di pesci possano esserci in quel determinato spot, ragionare su quali fra questi potrebbero effettivamente essere presenti in quel momento e riconoscerne quindi la marcatura. 

 

Saper distinguere la specie dall’eco fa parte delle abilità che il pescatore acquisirà nel tempo e che saprà regalare tante soddisfazioni. 

L’osservazione della natura, oltre che del proprio strumento, è la chiave che permette di aumentare il numero delle catture: sembrerà un paradosso, ma solo lo studio critico dell’ambiente che ci circonda consentirà di interpretare ciò che il nostro eco segna: esso, infatti, rappresenta il nostro occhio sotto la superficie dell’acqua, ma solo conoscendo già cosa sto cercando riuscirò a mettere a fuoco ciò che esso vede. 


7.3.4 Utilizzo dell’A-SCOPE 

La sigla A-Scope è l’abbreviazione di “Amplitude scope”, ed è una funzione disponibile sugli strumenti Lowrance di grandissima utilità soprattutto nella pesca in verticale. 

Una volta attivata, essa sarà visibile sul lato destro del display, alla destra della scala di profondità [vedesi FIG. 2.2].


Tale funzionalità non è altro che la rappresentazione in tempo reale del ritorno dell’onda sonora al trasduttore: in altre parole, grazie a questa funzionalità è possibile avere sulla destra del nostro schermo le marcature in tempo reale, il che ci permette di capire cosa viene rilevato dal trasduttore nel momento esatto in cui stiamo guardando il nostro display. 

A differenza del resto dello schermo (indicata come “Storia eco” nella FIG. 2.2 ) ove ciò che è rappresentato è in realtà già passato sotto la barca (e pertanto non ci permette di capire dove siano i pesci nell’esatto momento in cui osservo il monitor), la parte di schermo dedicata all’A-SCOPE permette di individuare in tempo reale eventuali pesci che stanno per entrare nel cono del nostro trasduttore, permettendo, ad esempio, di riposizionare la nostra esca in loro prossimità prima che siano già passati oltre.

Ciò che prima viene segnato nell’A-SCOPE, scorrerà poi progressivamente nella parte sinistra dello schermo, andando a costituire la cosiddetta “storia”. 

Si rimanda alla FIG. 7.7 (riportata di seguito) per un esempio pratico sull’utilizzo di questa funzionalità. 

7.3.5 Come vengono marcati i pesci nel Downscan e Sidescan

La rappresentazione delle marcature sulle frequenze structurescan è diversa: i pesci, infatti, non saranno rappresentati come degli archi più o meno definiti, ma come dei puntini. 

Questo è dovuto al tipo di frequenza utilizzata in questa modalità, che è molto maggiore rispetto alle frequenze sonar tradizionali. 

Si rimanda ai capitoli di queste funzioni per le altre specifiche e gli esempi. 

7.3.6 Il ruolo della corretta installazione del trasduttore nel visualizzare gli archi

Al fine di ottenere buone marcature e poter applicare quanto descritto sopra, è fondamentale che l’installazione del trasduttore sia eseguita a regola d’arte.

In questo paragrafo non verrà discusso come installare un trasduttore e quale sia la posizione corretta, in quanto ogni imbarcazione va analizzata singolarmente e spesso è buona norma provare l’installazione prima di fissare definitivamente il trasduttore.

Se non si possiedono le competenze per installare correttamente una sonda è fondamentale rivolgersi ad un installatore esperto, in quanto non si tratta solo di installare due viti. Procedere col “Fai da te” spesso vuol dire aver comprato uno strumento e non poterlo poi utilizzare. Una non corretta installazione può far si che gli archi delle nostre marcature non vengano visualizzate come sopra descritto. Nella FIG. 7.8 è mostrato come un’inclinazione scorretta del trasduttore influisca sulla formazione degli archi.

7.3.7 FISH ID (simbolo pesci)

Molti dispositivi consentono di impostare il display affinché venga visualizzato un simbolo apposito, solitamente un’icona a pesce (ed in certi casi anche un allarme) quando una marcatura viene rilevata dal nostro trasduttore. (Tale funzionalità viene denominata “Fish ID” sui dispositivi Lowrance). 

Essa non è altro che un filtro che la macchina applica secondo suoi logaritmi interni: l'ecoscandaglio interpreta i dati del sonar che riceve e cerca di capire se si tratta di un pesce. Questa operazione viene effettuata in base a fattori come le dimensioni dell'oggetto e l’intensità del segnale del sonar. Purtroppo, anche le unità più avanzate non sono precise al 100% e può capitare che vengano segnalati come pesci anche banali impurità della colonna d’acqua, alghe o detriti…Quindi vi farà credere di essere sopra un banco di pesce, quando non lo siete. Risultato? Pescherete a vuoto!

La domanda che viene spesso posta è la seguente: “quanto è attendibile tale funzione?”. La risposta potrebbe essere “Non al 100% e limita fortemente l’utilizzo dell’ecoscandaglio”. 

Il consiglio, quindi, rivolto sia ai più esperti che ai novelli, è quello di disattivare sin dal primo utilizzo tale funzione, ed è molto meglio investire qualche ora a prendere dimestichezza col proprio dispositivo imparando a riconoscere i pesci col proprio cervello, e non con quello del dispositivo, in modo da raggiungere una ottima precisione, cosa che lo strumento non potrà mai garantire. 


7.3.8 Pesci in banchi

La rappresentazione sull’eco di pesci di piccole/medie dimensioni, assembrati (spesso si parla di “foraggio”) differisce da quanto detto sin ora.

I banchi di pesce, infatti, essendo gli esemplari molto ravvicinati fra di loro, vengono rappresentati come una “palla“,  di dimensioni variabili, più o meno vicina al fondale, con colori molto simili ad esso. La densità dei banchi di foraggio è generalmente molto elevata ed è ciò che determina un ritorno molto forte della nostra onda sonora, simulando una superficie “dura”.  Risulta impossibile vedere ogni singolo arco da un lato perché solitamente le dimensioni di questi pesci sono piccole, dall’altro perché sono troppo vicini fra di loro per essere rappresentati come singole marcature.


Nelle immagini sotto riportate è possibile vedere alcuni banchi di pesce tipici del luogo in cui peschiamo e la loro tipica rappresentazione. In particolare, bisogna porre molta attenzione a banchi di piccole dimensioni: essi, infatti, possono a volte essere rappresentati da una singola marcatura, a volte anche a forma di arco molto spesso,  che potrebbe essere confuso per un pesce di grossa taglia, quando invece si tratta di tanti piccoli pesci assembrati!

CAPITOLO 8:

Il Fondale

8.1 Come viene rappresentato il fondale

La striscia colorata sulla parte inferiore dello schermo, che rappresenta la distanza misurata fra il trasduttore ed il fondale e che viene a crearsi con lo scorrimento del display, rappresenta il fondo. Vedesi FIG. 2.2 (clicca qui).

Dato che il sonar scandaglia in modo costante, il il display continua a scorrere anche se l'imbarcazione è ferma. In questa situazione, il fondale appare piatto anche se potrebbe non esserlo. 

Per ottenere un'immagine accurata della sagoma del fondale, assicurarsi di scandagliare procedendo in lento movimento, possibilmente rettilineo, mentre si sta utilizzando il sonar.



8.2 È possibile capire la natura del fondale?

Si, anche se occorre esperienza ed il nostro strumento deve essere regolato in maniera corretta.


Se l’intento è quello di capire la natura del fondale, è bene procedere come segue: 

  1. È preferibile utilizzare la frequenza 200Hz/High Chirp.
  2. Non scandagliare aree con repentini cambiamenti di profondità (Drop).
  3. Identificata la profondità alla quale vogliamo studiare il fondale, impostare la scala su manuale, impostando una profondità doppia rispetto a quella attuale.
  4. Regola manualmente la sensibilità in modo da ottenere il “cielo stellato” come indicato nel paragrafo 4.
  5. Preferire la tavolozza 1 o la 3.


Secondo le più recenti correnti di pensiero, la valutazione della natura del fondale nasce dall’integrazione di tre aspetti: 


- Colore del fondale: L'intensità del segnale del sonar da un fondale duro sarà diversa da quella di un fondale morbido, come già spiegato nel paragrafo “Colorline”. La scala di colori varia in base alla tavolozza utilizzata: in quella mostrata nelle immagini qua riportate, ad esempio il segnale più duro è rappresentato in rosso, quello meno duro in verde.


- Secondo Eco (raddoppio della linea di fondo): Il fondale duro restituirà un eco di ritorno molto intenso, a tal punto che il segnale rimbalzerà nuovamente in superficie. Tale situazione farà si che sul display verrà rappresentata una seconda linea di fondo, di intensità minore, posta al di sotto di quella vera. La presenza del doppio fondo o secondo segnale è un indice di fondale duro. NB: per poter visionare tale secondo fondo, a volte, è necessario rimuovere l’opzione “AUTO” dalla scala di profondità, impostando un valore manuale pari a circa il doppio della reale profondità della zona in cui ci si trova. Si rimanda al manuale di uso dello strumento per approfondimenti su come cambiare la visualizzazione della scala su manuale. 


- Spessore della fascia di fondo: un fondale più duro sarà rappresentato da una fascia più spessa. Bisogna però porre attenzione alla regolazione della sensibilità, in quanto aumentandone il valore può aumentare lo spessore della linea di fondo. Il consiglio è quello di mantenere la sensibilità costante e scandagliare le varie parti di fondo al fine di riconoscere eventuali aumenti o riduzione dello spessore della linea di fondo. 


8.3 È possibile individuare strutture sul fondale?

Si, in questo è fondamentale l’utilizzo del Downscan/Structurescan (Vedesi capitolo 6)

APPENDICE A:

Come installare il trasduttore

L’installazione corretta del trasduttore, sullo specchio di poppa, risulta fondamentale al fine non solo di ottimizzare le prestazioni del proprio strumento, ma anche per permettere e all’eco di funzionare correttamente: una installazione errata rappresenta una delle più frequenti cause per cui un pescatore non riesce ad utilizzare lo strumento!


Per funzionare in modo corretto, i trasduttori di poppa (Skimmer) devono essere sempre sommersi e in una posizione in cui vi sia un flusso regolare dell'acqua durante il movimento dell'imbarcazione. Qualsiasi elemento di disturbo, come bolle d’aria, flussi anomali, disturbi generati dall’elica possono infatti causare interferenze che possono essere visibili sullo schermo sotto forma di linee e punti a distribuzione casuale. In certi casi, inoltre, in scafi plananti, se la posizione scelta risultasse errata, l'apparato potrebbe perdere il segnale del fondo in planata.


Sebbene il consiglio migliore sia quello di rivolgersi ad un installare esperto se non si possiede l’esperienza necessaria, in questa guida vengono riportati alcuni consigli su una corretta installazione.


NB: TALI PRINCIPI SONO GENERICI e non sempre possono essere idonei alla propria imbarcazione. 

Ogni installazione va personalizzata in base allo scafo e va rigorosamente testata in acqua prima di renderla definitiva: provare la posizione scelta, magari fissando temporaneamente la sonda, è il test migliore che si possa fare.

Ogni trasduttore dovrebbe essere dotato di libretto di istruzioni con indicazioni specifiche sul suo montaggio. Attenersi a quanto indicato per una corretta installazione.

 1.  Mantenere una distanza di almeno 30 cm dal raggio di rotazione dell’elica (al fine di evitare interferenze dovute alla cavitazione della stessa).

2.   Il lato di poppa, dove le pale dell'elica si muovono verso il basso, é preferito (per eliche destrorse, preferire il lato di destra guardando lo specchio di poppa).

3.  Il trasduttore deve essere parallelo al fondale (regolarsi quindi in base alla linea di galleggiamento dell’imbarcazione). Una inclinazione rispetto alla linea di fondo può influire in modo più o meno marcato sulla rappresentazione delle marcature.  Se per garantire il corretto allineamento del trasduttore è necessario inclinarlo in maniera eccessiva, riconsiderare la posizione scelta, alzando o abbassando la sonda: è fondamentale, infatti, che l’acqua scivoli su di essa senza impattarci in maniera brusca (deve “surfare”).

4.  In linea generale, evitare i pattini dello scafo o spigoli della chiglia (generano turbolenza). L’ideale, rispettando le distanze sopra riportate, è di posizionare il trasduttore fra il pattino più interno e il motore. Fanno eccezione le barche veloci in alluminio con nervature nello scafo (vedesi punto 6).


5.  Il trasduttore deve essere completamente sommerso, anche in planata. Evitare posizioni in cui durante la navigazione il trasduttore rimane fuori dall’acqua!

6.  Le imbarcazioni in alluminio con madieri o nervature nello scafo ad alta velocità possono generare molta turbolenza. Una buona posizione per il trasduttore, in queste imbarcazioni, si trova tra le nervature più vicine al motore.

7.  Verificare che la posizione scelta non interferisca con le operazioni di alaggio o non sia compatibile con lo stazionamento sul carrello

APPENDICE B: Parametri consigliati

SETTAGGI SONAR CONSIGLIATI PER LA PESCA NEL LAGO DI ISEO

Strumentazione Lowrance HDS CARBON – GEN III – ELITE Ti – ELITE Ti2 – HDS LIVE


VEDESI IL MANUALE DI UTILIZZO DELLA STRUMENTO SU COME TROVARE E IMPOSTARE I PARAMETRI SOTTO RIPORTATI [clicca qua].

I parametri qua riportati sono ottimali, in base alla mia esperienza, su un fondale che varia dai 10 ai 25 metri circa.

È utile ricordare come NON ESISTE una unica regolazione del dispositivo che consenta una immagine perfetta in ogni occasione; le regolazioni consigliate in tabella, sono da considerarsi come utile punto di partenza da cui poi muoversi correggendoli a seconda delle condizioni (come riportato nei singoli paragrafi). 


I nomi dei parametri possono variare su strumentazione di marca diversa da Lowrance. 

Qua trovate elencati i parametri come riportati dai dispositivi LOWRANCE ELITE TI – ELITE TI2 – ELITE FS -  HDS GEN III – HDS CARBON – HDS LIVE.

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